Un accordo siglato nel 2013 dalle Regioni Liguria e Piemonte, dalle Province di Genova e Alessandria, da sessanta comuni dei due territori, da una Comunità Montana, dai Parchi dell’Antola e del Po-Orba, oltre che dalle Autorità bacino del Po. Il torrente Scrivia come risorsa e bene condiviso. Grandi aspettative per il “Protocollo d’Intesa per l’attuazione del contratto di fiume, al fine di promuovere la riduzione dell’inquinamento delle acque e la salvaguardia degli ecosistemi, affermare un ruolo di governo per strategie e progetti condivisi, sostenere la visione degli ambienti acquatici come luoghi di vita da cui partire per uno sviluppo socio-economico locale rispettoso del territorio e della natura, favorire l’accesso alle informazioni ambientali per sviluppare una sensibilità e una condivisione delle strategie, promuovere e diffondere la cultura dell’acqua, volta alla valorizzazione, alla tutela e all’utilizzo razionale della risorsa. Un contenitore interregionale ricco di propositi ma – almeno sul lato ligure – caduto nell’oblio. A monte un lungo lavoro per la sua redazione al quale SPAVS ha aderito come stakeholder portando esperienze, evidenziando criticità e avanzando propositi, infine raccolti nelle schede di progetto. Propositi che nel nostro caso non sono rimasti lettera morta.
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